mercoledì 31 ottobre 2012

BLOG AWARD: the winner is...


BUONGIORNO E FELICE HALLOWEEN A TUTTI!!

Come vi ho anticipato qualche giorno fa, questo blog ha avuto l'immenserrimo piacere di vincere il premio intitolato "I RICORDI", conferitogli da Maritè (http://glamourmarite.blogspot.it/), che per questo si merita una valanga di abbracci e caramelle...(dopotutto è Halloween).



Ecco le regole:

- Nominare la creatrice del premio
---> http://themakeupworldofalittlefairy.blogspot.it/

- Inserire il banner

- Nominare 5 blogger

- Scrivere i primi 3 ricordi felici della vostra vita.

Indipercui, ora tocca a me premiare cinque blogger.
Le mie vincitrici sono loro...

#ViviConVivi (http://viviconvivi.blogspot.it/)
Per l'attenzione e la cura che dedica ad ogni post.

#Don't call me fashion blogger (http://www.dontcallmefashionblogger.com/)
Per la costanza nei post e l'originalità di ogni scelta.

#Elegance of luxury (http://eleganceofluxury.blogspot.it/)
Perchè è sempre un piacere leggere i suoi posts.

#Beauty Watchers (http://beautywatchers.blogspot.it/)
Perchè ha sempre ottime proposte e ottimi consigli.

#Live, Read, Love (http://livereadlove.blogspot.it/)
Perchè i suoi posts li leggo sempre con il sorriso sulle labbra.

I miei primi tre ricordi felici:

# Le serate trascorse insieme all'intera famiglia (nonni, bisnonni, zii, cugini, fratelli, genitori...!), quando insieme preparavamo frittelle per tutti.
 
#L'arrivo di Babbo Natale la notte della Vigilia.
 
#I miei amici.


Dunque... a quanto pare il mio dovere l'ho fatto e con grande piacere!
Un abbraccio sssssstregato a voi,

Martinilla


lunedì 29 ottobre 2012

Emmy Award e l'esplosione del giallo



 

No, non è un'illusione ottica.
Anche io quando ho visto per la prima volta questa immagine ci ho pensato, ma poi mi sono resa conto che, sfortunatamente, è tutto reale.
E mentre le mie pupille cercavano di adattarsi all'aura luminosa che questi abiti emanano, tentando di abituare la vista a tutta questa giallosità, il mio cervellino ha elaborato due tristi conclusioni:
- il limite tra "fantastico!" e "ridicolo!" non esiste;
- l'originalità e la scontatezza sono in pratica la stessa cosa.
Vediamo perchè.
 
Per quanto riguarda il primo punto, la confutazione della tesi è semplice. Provate a guardare ogni singolo abito e ditemi se riuscite ad evitare di emettere un invidioso "fantastico!" ad almeno uno di essi.
Impossibile.
Sono tutte fastidiosamente perfette.
Tutte fastidiosamente longilinee.
Tutte fastidiosamente luminose.
Tutte fastidiosamente gialle.
Cioè, guardando la foto, mi sono chiesta come sia stato possibile che non si siano vestiti tutti di giallo.
Perchè non iniziamo a vestirci tutti di giallo? Se l'effetto è questo, perchè non lo facciamo?
Bingo.
Perchè nel giro di un nanosecondo, il commento passerebbe da "fantastico!" a "ridicolo".
Per i comuni mortali il giallo è OUT. Il giallo è la criptonite del glamour, l'Anticristo della moda.
Se io mi infilassi uno a caso dei cinque vestiti di qui sopra, sembrerei la copia invecchiata di Lisa Simpson. Con gli occhiali, per giunta.
Per cui io mi limito a guardare il giallo da dietro lo schermo del mio adorato pc.
Mi limito ad invidiare costoro, abitanti del pianeta Hollywood, che possono permettersi un fottutissimo abito a sirena giallo evidenziatore continuando a sembrare magre come grissini.
E magari mi limito a mandarle silenziosamente a  quel paese.
 
Secondo punto, seconda tesi.
Vi solo una cosa: queste foto sono state fatte alla premiazione degli Emmy Awards 2012.
Ciò significa che sono state riprese dalla stessa serata.
Dallo stessa festa.
Dalla stessa ora.
Chiaro il concetto? Per evitare confusioni, lo rendo ancora più esplicito: agli Emmy 2012, sei sssssstars si sono presentate tutte ricoperte di giallo.
IN-SEI!
Ora, secondo voi, qual è l'obiettivo principale di una donna che decide di partecipare ad una delle premiazioni internazionali più famose della televisione?
Secondo me, è quello di attirare l'attenzione, di distinguersi per l'originalità, di essere ammirate per l'audacia della scelta.
Ma ora mi chiedo... dove cacchio sta l'originalità se SEI PERSONE hanno avuto la stessa idea?
Cacchio, io mi sento in imbarazzo quando mi ritrovo ad una cena e un'altra (stronza!) ha il mio stesso modello di jeans, figuratevi ritrovarsi con non una, ma sei, meravigliose (stronze!) che hanno tutte un appariscentissimo abito giallo canarino.
A quel punto, il premio originalità va a farsi benedire, lasciando il posto alla scontatezza più assoluta.
E ad un sano rodimento di ****!


Comunicazione di servizio!
Sono supermegastrafelice di comunicarvi che questo blog ha vinto il premio Blog Award: I Ricordi, conferitomi da Maritè (http://glamourmarite.blogspot.it/) che io ringrazio infinitissimamente!
Le regole prevedono che ora sia io a nominare cinque vincitrici... per sapere chi sono, rimanete sintonizzate!

venerdì 26 ottobre 2012

Palline di caviale...smaltate. Pupa Bubbles.

Esattamente ieri, ho capito di avere una strana forma di allergia- poca tolleranza- relativa sopportazione verso l'abonorme e sempre in crescita categoria delle cose inutili
Forse non ce ne rendiamo conto, ma le nostre case pullulano di oggetti che non servono ad un emerito cavolo, oggetti che per puro sbaglio hanno trovato collocazione su una mensola, su una libreria o più probabimente che sono stati sbattuti e risucchiati da cassetti o scatole, rubando spazio a ninnoli e ad altre stronzatelle che invece potrebbero avere una loro utilità sociale.
Invece no.
Un momento di sacra e necessaria nullafacenza, mi ha portato a questa conclusione: siamo circondati da cose inutili.
Inutili come lo scrub per i piedi.
Inutili come lo smalto amaro per evitare di mangiarsi le unghie (tutti quelli che conosco che lo hanno usato, mi hanno garantito che con questo smalto le unghie sono ancora più appetitose. Che schifo.).
I ciottoli Thun, il cui numero sulla mensola del soggiorno di mia madre cresce in modo esponenziale. Penso che i Thun siano il corrispondente dei conigli nel mondo animale.
Come gli ombretti gialli.
Come i cleenex dal profumo balsamico. Io quando ho il raffreddore non riesco a sentire neanche l'odore appestante del baccalà fritto della Vigilia di Natale, figurarsi quello balsamico di quei fazzolettini che di balsamico hanno solo la scritta sulla confezione.
Inutili come il perenne broncio di Kristen Stewart, come un libro a casa di renzo Bossi, come ferri da maglia nella maxibag di LadyGaga.
E mentre facevo queste considerazioni, bazzicando sul web, ho letto di un'importante anticipazione che, all'inizio, mi ha subito entusiasmata.
Si tratta di questo.
 
 

 
 
 
Carine, vero?
Chi ne ha già sentito parlare saprà che si tratta del nuovissimo smalto Bubbles di Pupa.
Non si trova ancora in commercio, la vendita è prevista da Novembre.
Ora io, che sono una patita degli smalti e di tutto ciò che ha a che fare con la manicure, nel momento in cui ho visto questa immagine sono letteralmente entrata in brodo di giuggiole.
Lo smalto a palline deve essere mio.
Perchè alla fine di questo si tratta: la caviar manicur, la cui moda sembra essere scoppiata da poco, consiste nella decorazione delle unghie attraverso minuscole palline.
Uno smalto che lascia uno strato di minuscole perline, figo no?
No.
Perchè qui casa l'asino.
La confezione in questione comprende due boccette: una contiente lo smalto di base, l'altro è un laptop.
MOMENTO!
Quindi questo cosa significa? Che le palline dovranno essere applicate manualmente? Una-alla-volta?
Io che non ho la pazienza di aspettare i quaranta secondi necessari a far asciugare un comunissimo smalto dovrei mettermi ad attaccare le palline una alla volta, come fosse un mosaico smaltato?
Stiamo scherzando?
Io spero che Pupa abbia una soluzione alternativa ed è proprio in virtù di questa speranza che voglio concedere a questo prodotto il beneficio del dubbio.
Dalle anticipazioni, infatti, non sono riuscita a capire se la tecnica della caviar manicur sia quella che ho dedotto io, oppure se esiste una qualche tecnica semplificativa che la Pupa ci rivelerà a tempo debito.
 
Mi auguro che sia così.
Anche perchè, altrimenti, non vedo perchè spendere tredici euro circa per delle palline decorative che un qualsiasi negozio di cinesi vende a cinquanta centesimi.
Attendo l'illuminazione.
 
Nel frattempo vi lascio gli altri colori.
Perchè se anche Pupa Bubbles potrebbe rivelarsi una potenziale inutilità, l'effetto finale è piuttosto simpatico.
 
 
 
 
 
 
 
 
 


martedì 23 ottobre 2012

Palloncini, borse e Custo.

Che delusione.
Che delusione abnorme.
Vi spiego. Oggi ho partecipato alla riapertura di un negozio Carpisa della mia città.
Moltro strategicamente, i proprietari hanno deciso di far coincidere la riapertura per il rinnovo del locale con la presentazione della nuova collezione Carpisa, nata dalla collaborazione con Custo Barcelona.
Premetto che a me lo stile di Custo non piace.
Troppi colori, troppo stampato, troppo eccentrico.
E allora che te frega se la collezione non è stata il massimo? vi starete chiedento.
E' perchè è una questione di principio, santa pazienza.
Secondo me Carpisa è un marchio che ha guadagnato con gli anni, che è partito zero, con borse che facevano cagare (bonjour finesse!) per arrivare ad un livello più elevato, con modelli che certamente non sono l'apice della bellezza ma che sicuramente sono al passo con i tempi.
E comprabili a prezzi umani, soprattutto.
Custo non sarà tra i miei marchi preferiti, ma resta comunque un gran nome.
E da un gran nome io mi aspetto borse spettacolari, borse che mi facciano venir voglia di acquistarle, borse che non mi stancherei mai di guardare.
Tutto fumo e niente arrosto: hanno pubblicizzato la riapertura del negozio per settimane, tutti ci eravamo preparati alla grande presentazione della collezioneconCusto! urlato ai quattro venti per giorni, all'inaugurazione c'erano palloncini a centinaia, giocolieri neanche fosse stata la festa patronale, animatore con tanto di microfono, buffet (stranamente pure ben fornito)... e poi che ti trovo?
Un misero scaffaletto con quattro borse che Custo, a mio avviso, non sanno neanche chi è.
Davvero io non ho parole.
Io spero che sia stata una (pessima) scelta dei nuovi proprietari e che questa pessima scelta sia dovuta al loro pessimo gusto nel fare gli ordini.
 
Niente, ci devo pensare.
Non so ancora se questa collezione mi convince in pieno.
Vedremo.
 
 

martedì 16 ottobre 2012

Ballerine: vade retro!

Allora, mettiamolo subito in chiaro: io non sono una sostenitrice delle ballerine, essenzialmente per cinque buoni motivi:
1) Fanno male. Ora non venite a dirmi che voi avete trovato delle ballerine comode, perchè tanto non ci credo. E seppure fosse, sarebbero l'eccezione che conferma la regola. Di solito accade questo: le vedete in vetrina, vi piacciono (perchè poi, le ballerine sono diaboliche anche in questo: sotto la luce quasi divina del negozio sembrano così graziose, così raffinate, così luminose che, davvero, come potrebbero fare male?) , entrate, le provate, vi stanno un amore e le acquistate.
E questo è l'inizio del peggio.
Perchè la prima volta che le indosserete, rimpiangerete di essere uscite quel giorno, di essere passate davanti a quel negozio e di aver spostato lo sguardo su quella vetrina. Rimpiangerete di essere nate, proprio.
 
2) Non si ammorbidiscono. Non devo essere certo io a dirlo...ma qual è il primo pensiero quando il dolore causato dalle nuovissime ballerine al nostro tallone va a sollecitare le nostre terminazioni nervose?
"E' perchè sono nuove. Presto si ammorbidiranno".
Povere illuse. Non contano anni di pratica provata, non conta il fatto che ci abbiamo sbattuto la testa decine di volte, noi ostinate-indossatrice-di-ballerine continueremo imperterrite a sostenere l'insensato principio secondo il quale la distruzione dei nostri malcapitati piedi sia un passaggio obbligatorio per arrivare alla tanto ambita comodità.
Comodità che, per inciso, raramente arriva. 
 
3) Mozzano la gamba. Altra sacrosanta verità: o la gamba è lunga un metro e settanta, oppure l'effetto mozzamento, seguito a ruota dell'ispessimento del ginocchio, non ce lo toglie nessuno.
 
4) Non sono interscambiabili. Ciò significa che nel momento preciso in cui le indossi, loro si deformano, prendendo immediatamente la forma del piede (in questo modo, l'effetto trappola mortale è ancora migliore). E quindi le ballerine di una ragazza che ha la pianta del piede un pò più larga, non potranno essere certo indossate da una che ha il piede leggermente più sfinato. E dunque la domanda è: a cosa servono le amiche se non possiamo scambiarci le scarpe? Appunto.
 
5) Distruggono lo smalto. Ora, questo è un principio su cui mi interrogo da anni e a cui non sono mai riuscita a dare una spiegazione. Ma è un dato di fatto che una pedicure accurata viene distrutta nel giro di pochi minuti di passeggiata con le ballerine.
Probabilmente questo è nient'altro che il frutto della vendetta delle ballerine per tutte le imprecazione che rivolgo loro ogni volta che le indosso. Come se le ulteriori sevizie che mi infliggono non bastassero.
 
Ma d'altra parte, com'è quel detto?
Per essere belle bisogna soffrire.
Quindi, sapendo bene che questo principio è legge, considerando che le ballerine sono diventate un must negli ultimi anni e tenendo a mente che la bellezza di una scarpa è direttamente proporzionale al dolore che sono in grado di infliggere, durante un'accurata sezione di shopping ne ho acquistate un paio moderatamente carine e quindi moderatamente dolorose.
Ammetto che il motivo che mi ha spinto a comprarle è stato il rivestimento in plastica (ho un debole per le stronzate, si), con l'esterno di un tessuto simile al velluto; in parole povere non sono altro che l'equivalente invernale delle ballerine totalmente plastificate che spopolano dalla scorsa estate e che secondo me sono qualcosa di abominevole.
Ah, la commessa ha tenuto a precisare- circa sette volte- che sono anche profumate.
Profumano, capite?
Motivo principale che, ammetto, mi ha spinto a comprarle (perchè quella faccia? Ve l'ho detto che ho un debole per le stronzate).
Anche se, devo confessare, anche il marchio glitterato stampato all'interno ha avuto un ruolo importante nella decisione. 
Che volete farci: questione di priorità!
Mel

 
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lunedì 15 ottobre 2012

Peplum o non peplum: this is the problem

E' dall'anno scorso che mi interrogo su di loro.
Si vedono ovunque, in tulle le vetrine, in tutti gli stand, in tutti gli scaffali, in tutti i cataloghi, su tutti gli anoressici manichini di Zara.
Tranne che addosso alle persone.
Non credo di aver mai visto gli ormai celeberrimi (ogni tanto mi impegno ad usare termini altolocati anche io) Peplum Dress (o meglio conosciuti, secondo il principio parlacomemangi, tubini con la balza).
E' dall'anno scorso che Zara ed H&M ci ripropongono questi modelli a bizzeffe.
Non posso dire che non mi piacciano, purtuttavia, li trovo più adatti alla stagione fredda (Zara, amore mio, con un tubino damascato, a luglio a Roma, mi uccidi, miseriaccia!).
Che poi ho notato che,ormai, una delle regole basilari del look da matrimonio è questa: Zara + tubino.
Ora, io ho frequentato il liceo classico, sono sempre stata una pippa in matematica ma in questo caso la soluzione dell'equazione è abbastanza elementare: se Zara propone venticinque modelli di tubino con la balza (tutti rigorosamente uguali), significa che il settantacinque% delle invitate   under quaranta andrà al  matrimonio con il sacrosanto tubino- con la balza- NERO, perchè tanto non ce ne frega niente che Zara ha proposto venticinque colori, l'unica cosa che conta è evitare di ritrovarsi con il vestito macchiato dalle ascelle piangenti, nel bel mezzo dell'aperitivo, sotto il sole friggineuroni delle due e mezza del tredici agosto.
Ah, ovviamente il venticinque% rimanente non indosserà il suddetto tubino mica per una diabolica previsione o per un'intelligente,  consapevole scelta, giammai! Non lo indosserà semplicemente per non sembrare una balenottera spiaggiata, perchè diciamocelo: il pregio del modello peplum è quello di "equilibrare" il fisico di una ragazza che ha pochi fianchi. La balza è posizionata poco sotto al punto vita, quindi da una parte valorizza i fianchi inesistenti di chi lo sta indossando, dall'altra favorisce l'effetto "vitino d'ape".
Eccola qua la fregatura, è proprio qui, palese e chiara: se una persona è leggermente più larga di fianchi, indossando un peplum nero, sarà facilmente confondibile con una foca monaca, a mio modesto avviso.
Ma non si può comunque negare che l'idea in sè sia stata piuttosto vincente: adottata dalle vips più glamour e inculcata abilmente e stretegicamente nelle scelte di noi compratrici, il modello peplum si sta facendo strada a suon di broccato nei nostri armadi. E il successone è dimostrato anche dal fatto che ai pelum dress sono seguiti a ruota i peplum top (che non sono altro che top con la balza all'altezza della vita- in questo caso sento di aver rubato il mestiere a Capitan Ovvio) o peplum skirt (c'è bisogno che traduca?).
Insomma, nun se scappa.
 
 
Zara
 
 
 
Ah, la chicca: adesso addirittura si trovano in commercio le balze staccabili, da applicare a piacimento su una gonna.
Vi prego.
Quanto tempo dovrò attendere prima di incontrare  una persona che si è appiccicata una balza di velluto nero su una gonna di jeans?
Non molto, me lo sento.